L’allevamento dei bovini era una delle principali risorse dell’antico Egitto. Questi animali erano magri come antilopi e macchiati di bruno o di nero, come quelli di oggi. A partire dalle razze di Bovidi presenti nel Sahara dalla preistoria, da quella del Nilo superiore e degli zebù africani, gli egiziani ottennero un gran numero di razze bovine. Le pitture, dall’Antico Regno fino a un’epoca più recente, mostrano in effetti un aumento cospicuo delle varietà. Un’attenzione particolare era prestata all’alimentazione di questi animali, al punto che spesso si vedono scene in cui un bue è nutrito di pane o di impasti preparati appositamente per lui. Con il tempo, l’allevamento divenne in Egitto un’attività altamente specializzata. Le oche e gli altri uccelli domestici venivano fatti ingrassare forzatamente, e così pure i maiali. L’allevamento degli asini e delle capre, e anche quello delle antilopi, delle gazzelle o dei mufloni, era praticato dai ricchi agricoltori, che catturavano questi animali nel deserto e li addomesticavano. Tra gli animali da compagnia, oltre al cane e al gatto, era molto amata la scimmia, che veniva anche addestrata ad arrampicarsi sugli alberi per la raccolta dei datteri e della frutta.